Scegliere il vino al ristorante è meno facile di quanto possa sembrare, ma esistono alcuni semplici trucchi per uscirne indenni.
Negli ultimi 12 mesi il mondo intero ha accumulato una smodata quantità di cene rinviate a data da destinarsi. Cene tra amici, tra parenti, cene di lavoro, cene con futuri amori.
Prima o poi riusciremo a sederci nuovamente a tavola e gustarci a pieno una bella cena, senza preoccuparci di nulla, se non di star bene.
L’unico intoppo che può mettersi tra noi e la serata perfetta è la scelta del vino. Non tanto per la bottiglia in sé, ma per l’immagine che in quel momento daremo di noi. Questo ovviamente vale per cene di lavoro e ancor più per una cena galante, magari addirittura un primo appuntamento…
Le carte dei vini di alcuni ristoranti incutono timore, a volte una sorta di imbarazzo, altre un certo timore reverenziale per la quantità di bottiglie proposte.
Seduti (si spera) in buona compagnia, se la lista dei piatti provoca una piacevole incertezza perché si vorrebbe provare un po’ di tutto, la lista dei vini sembra invece studiata da psicologi in cerca di cavie da analizzare mentre cercano di sopravvivere all’ansia dovuta alla ricerca del vino “giusto”.
Ma qual è il vino “giusto”? I criteri di scelta sono parecchi, non fidatevi degli esperti, loro vi diranno sempre che il vino va abbinato alle pietanze! Da un punto di vista puramente accademico l’abbinamento al cibo è sicuramente il criterio più corretto. E se invece volessimo spendere poco, oppure provare un vino per noi nuovo, o ancora se volessimo stupire i nostri commensali o far colpo su un futuro amore?
I ristoranti con una carta dei vini ricercata offrono ai propri clienti una vasta scelta di prodotti, spesso proponendo produttori e vini non facilmente reperibili dal consumatore privato, quindi riservati al settore ristorazione. Ne deriva una carta dei vini che incuriosisce l’appassionato, ma in grado di spiazzare il cliente meno abituato agli sport estremi.
Da un’inaccurata e personalissima indagine statistica di numerosi anni e innumerevoli cantonate – sia in termini di prezzo pagato che di qualità del vino – emerge che il criterio più utilizzato per scegliere un vino da una lista di emeriti sconosciuti sia il prezzo medio: esclusi i vini più costosi (cosa? 175 euro per uno spumante??) e quelli più economici (sai che figuraccia con i miei commensali e con il cameriere…), si sta nel mezzo.
Una volta identificato un range di prezzo, il secondo criterio scientificamente provato è quello della denominazione più o meno altisonante, che in qualche modo riconduca il pensiero a denominazioni più esclusive.
Non è un caso se in anni recenti vini come Vino Nobile di Montepulciano DOCG o Morellino di Scansano DOCG siano stati tra i vini più conosciuti e acquistati dagli italiani, tanto nella grande distribuzione che nei ristoranti. Il nome rimanda a territori di produzione di vini di altissima qualità, ad una terra di chiara vocazione vinicola; e poi, vuoi mettere la scelta accompagnata da un sonoro “ecco, prendiamo questo, gran vino!”, con alte possibilità di approvazione da parte dei nostri commensali, ai quali il nome suonerà esattamente come a noi.
Restando invece su un atteggiamento più conservativo, una volta ristretto il nostro ambito di ricerca il grosso è fatto e rimarranno, nella peggiore delle ipotesi, una manciata di etichette tra cui scegliere. A quel punto potremo permetterci di ostentare coraggio e propensione al rischio con un bel “questo non lo conosco, proviamolo!” – dando l’impressione di conoscere gli altri (tanto, chi lo scoprirà mai che non li abbiamo mai sentiti prima?).
Restringere la gamma di proposte ci permette anche di coinvolgere con sicurezza il cameriere/sommelier, chiedendo un consiglio tra le poche bottiglie selezionate, sicuri di non rischiare salti nel vuoto sul fronte prezzo dai quali sarebbe imbarazzante uscirne indenni.
Esiste ovviamente anche un approccio contrario: puntare direttamente ai “nomi” per essere sicuri di far centro. Nomi famosi, denominazioni rinomate, vini prestigiosi. L’abbinamento potrebbe non essere dei migliori ma in fondo che importa? Un Brunello, un Barolo o un Amarone a tavola non hanno mai fatto storcere il naso a nessuno, anzi vi sfido a trovare qualcuno che possa lamentarsi!
Scegliendo una bottiglia di alto livello dovete però conoscere lo scopo delle bottiglie più costose nella lista vini: la loro presenza non serve ad ampliare la scelta per il cliente, ma dare fama e prestigio al ristorante che le propone.
La presenza di bottiglie molto costose giustifica un ritocco verso l’alto dell’intera gamma di vini offerti, in particolare elevando la parte bassa del listino. Scegliendo un vino “entry-level” aspettatevi quindi di pagarlo un po’ di più se nella stessa carta dei vini sono presenti bottiglie molto costose.
Sia chiaro, il possibile rincaro dei vini non è solo una mera questione di utili, ma si basa anche su costi più elevati dovuti proprio alla presenza delle bottiglie top di gamma.
Il dilemma “non conosco nessun vino – troppo costoso – troppo economico – voglio fare bella figura” non ha nessuna formula che conduca ad una buona soluzione. Se state cercando di risolverlo tenendo ben alta la carta dei vini davanti a voi per nascondere gli occhi alla vista dei vostri commensali dovete fare una scelta.
Potete decidere di dichiarare candidamente di non conoscere nessun vino e quindi puntare a un vino di prezzo medio-basso, in modo da limitare i danni (ma pur sempre provando qualcosa di nuovo), oppure chiedere aiuto al cameriere/sommelier ponendo dei chiari limiti al vostro budget.
Chiedere consiglio al sommelier, individuando un range di prezzi, non vi farà perdere punti ai suoi occhi ma, anzi, consentirà al sommelier di consigliarvi al meglio, selezionando per voi il vino più indicato e sollevando voi dal rischio di una possibile scelta errata (e magari costosa).
Volete scegliere un vino tra i più economici durante una cena galante? Facile! Sostenete la scelta come un’attenta analisi del rapporto qualità/prezzo del vino scelto! “Mai trovato questo vino a un prezzo così, avranno sbagliato…prendiamolo, ti piacerà”! Ma ricordatevi la regola numero uno in questi casi: fatela facile, se vi state facendo mille domande davanti ad una carta dei vini perché non sapete che pesci prendere, è molto probabile che il vino non sia la vostra prima passione – non ancora almeno – quindi anche le vostre aspettative non avranno la puzza sotto il naso di un appassionato. Scegliete quindi con leggerezza, siete al ristorante per godervi la serata e la compagnia, il vino farà solo da contorno. Trattatelo come tale.